Appunti delle lezioni di storia dell'arte contemporanea. Negli appunti viene presentata una piccola biografia di Paul Gauguin e Cézanne. Vengono descritti i caratteri principali e le tendenze dell'impressionismo,e presentati i maggiori esponenti, quali Claude Monet o Camille Pisarro. Vengono descritti poi gli anni dopo il 1886, le nuove tendenze artistiche che nascono e in particolare il simbolismo. Infine viene presentata una brevissima biografia di Seraut, artista intermedio tra l'impressionismo e gli ultimi anni dell'800, in cui nasce il simbolismo.
Storia dell'arte contemporanea
di Fabio Pavani
Appunti delle lezioni di storia dell'arte contemporanea. Negli appunti viene
presentata una piccola biografia di Paul Gauguin e Cézanne. Vengono descritti
i caratteri principali e le tendenze dell'impressionismo,e presentati i maggiori
esponenti, quali Claude Monet o Camille Pisarro. Vengono descritti poi gli anni
dopo il 1886, le nuove tendenze artistiche che nascono e in particolare il
simbolismo. Infine viene presentata una brevissima biografia di Seraut, artista
intermedio tra l'impressionismo e gli ultimi anni dell'800, in cui nasce il
simbolismo.
Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
Facoltà: Scienze Umanistiche
Esame: Storia dell'arte contemporanea
Docente: Prof.ssa Subrizi1. Paul Cézanne (1839 – 1906): Una breve biografia
“Trattare la natura secondo il cilindro, la sfera e il cono”
Il successo arrivò molto tardi per Paul Cézanne; soltanto nel 1900, quando l’artista aveva sessantuno anni,
gli Staatliche Museen di Berlino acquistarono una sua opera e solo nel 1904, due anni prima della sua morte,
il Salon d’Automne gli dedicò un’intera sala.
Al Salon ufficiale, controllato da una giuria formata da docenti dell’Académie des Beaux Arts, si
affiancarono presto il Salon des Indipéndants e il Salon d’Automne, che si teneva in ottobre e la cui giuria
era composta da artisti, intenditori d’arte e collezionisti.
Ma Cézanne a differenza dei suoi amici impressionisti, non fu mai indigente.
Carattere buio, scontroso, Paul Cézanne nasce ad Aix – en – Provence, nel meridione della Francia, il 19
gennaio 1839 da una famiglia benestante; studia nel collegio Bourbon dove ebbe come compagno il grande
scrittore Emile Zola (al quale resta legato fino al 1886, anno in cui quest’ultimo scrive un libro, nel quale
parla sarcasticamente proprio dell’amico Cézanne, creando così una rottura) e successivamente seguì dei
corsi di disegno alla Ecole des Beaux-Arts della città natale.
Vincendo le opposizioni del padre passò alcuni anni a Parigi per dedicarsi alla pittura (un primo soggiorno
durò dal 1861 fino al 1864, anche se con brevi assenze) : per tutta la vita cercò di far accettare le sue opere
ai Salons ufficiali ricevendo solo rifiuti.
Cézanne trascorre la sua intera esistenza in Francia, salvo un breve viaggio in Svizzera, risiedendo quasi
sempre ad Aix.
A Parigi entra in contatto con quei pittori che vennero poi chiamati Impressionisti, partecipando anche alla
loro prima esposizione, quella del 1874, nello studio di Nadar. Fu con loro anche nel 1877, ma nel 1879 se
ne allontanò.
D’altra parte, le sue opere degli inizi degli anni Ottanta mostrano già significative differenze rispetto a
quelle degli Impressionisti e il suo distacco dalla loro visione effimera e fuggevole della realtà, appare
definitivo già alla fine del decennio.
Dall’Impressionismo Cézanne apprende il dipingere en plein air e la ricerca della massima luminosità dei
colori.
Fabio Pavani Sezione Appunti
Storia dell'arte contemporanea 2. Cézanne alla ricerca della verità essenziale delle cose
Tuttavia l’esperienza impressionista fu per lui solo l’inizio di una ricerca che lo vide tormentarsi
continuamente nella speranza, di giungere a quella verità essenziale delle cose che l’impressione visiva non
poteva esaurire. Questa ricerca fu così importante da generare in lui non solo insoddisfazione per tutto
quello che riusciva a fare, ma persino disgusto per quelle opere che riteneva imperfette e che lo facevano
piombare in uno stato di profonda frustrazione.
Racconta a tal proposito Jean Renoir – il figlio del grande pittore:
“un giorno mentre Renoir dipingeva nella campagna di Aix con Cézanne, questi fu preso da un bisogno
impellente e andò dietro una roccia, portando con sé un acquerello che aveva appena terminato. Renoir gli
corse dietro e gli strappò il quadro dalle mani, rifiutandosi di restituirlo finché Cézanne non gli ebbe
promesso che non lo avrebbe distrutto”. Il lavoro fu per lui l’unica ragione di vita! La morte gli si avvicinò il
15 ottobre 1906 durante un tremendo temporale – che colse l’artista all’aperto, mentre dipingeva la sua
amatissima Montagna Sainte-Victoire, procurandogli un collasso e la perdita dei sensi – e lo prese con sé
dopo pochi giorni, il 22 ottobre. Nel 1903, scrivendo al mercante d’arte Ambroise Vollard, Cézanne così
esprimeva il suo stato d’animo di ricercatore al quale sembra di intravedere la verità, di avvicinarsi a lei
sempre più, ma che non è certo di poterla finalmente contemplare e possedere:
“lavoro tenacemente, intravedo la Terra promessa. Mi accadrà come accadde al gran capo degli Ebrei, o vi
potrò entrare?”.
E ancora, il 21 settembre 1906, così scriveva all’amico pittore Emile Bernard (Lille, 1868-Parigi, 1941):
“Raggiungerò lo scopo tanto cercato, e per tanto tempo inseguito? Lo spero, ma poiché non l’ho raggiunto,
mi pervade un vago stato di malessere, che sparirà solo quando avrò raggiunto il porto, cioè, quando avrò
realizzato qualcosa che si sviluppi meglio che in passato e nello stesso tempo dimostri le mie teorie. Queste
sono sempre facili, è il provarle quello che presenta serie difficoltà. Continuo dunque i miei studi”.
Il disegno di Cézanne è deciso ed è realizzato con linee ondulate che si sovrappongono nel delimitare i
contorni, mentre un tratteggio rapido indica le zone in ombra e modella i volumi. Talvolta al disegno a
matita si aggiungono delle macchie d’acquerello. La tecnica adoperata con quest’ultimo, impediva ai colori
di mischiarsi e la loro sovrapposizione dà luogo a vari piani determinanti lo spazio.
Cézanne tra l’altro, lasciava bianco il foglio nei punti colpiti direttamente dalla luce. Ma neppure le masse
venivano completamente rifinite (è il caso delle mele dell’acquerello Mele, bottiglia, schienale di sedia,
eseguito tra il 1900 e il 1906) bastando così il colore già dato a indicarne la forma.
Fabio Pavani Sezione Appunti
Storia dell'arte contemporanea